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ISIS in Italia - Terrorismo, diffondeva propaganda jihadista sul web: condannato cittadino albanese




23 Febbraio 2023


GALATINA (Lecce) – Diffondeva sul web propaganda jihadista e foto che lo ritraevano con il vessillo dell’Isis. Astrit Hasani, 49enne albanese, da anni trapiantato nel Salento (a Galatina per l’esattezza), è stato condannato a 2 anni ed 8 mesi di reclusione con le accuse di istigazione a delinquere e apologia, aggravate dalla finalità di terrorismo e dall’uso di strumenti informatici.


La sentenza è stata emessa dalla giudice per l’udienza preliminare Alessandra Sermarini a conclusione del processo in abbreviato in cui la pm della Dda, Giovanna Cannarile, aveva avanzato una richiesta di 2 anni e 10 mesi. L’uomo, difeso dall’avvocato Mario Viola, si trova sempre ai domiciliari con l’applicazione del braccialetto dal 22 luglio del 2002 giorno del suo arresto eseguito dagli agenti della Digos di Lecce insieme all’Ucigos (Ufficio centrale per le investigazioni generali e le operazioni speciali).


Le attenzioni sul cittadino albanese andavano avanti da tempo. Il suo persorso di radicalizzazione era stato monitorato nell’ultimo anno. Tanto che alcune informative Alcune informative sul suo conto sono diventate di notevole interesse per i servizi di intelligence, nello specifico l’Aisi. Sono così scattati gli approfondimenti della Digos, in particolare sui movimenti riguardanti il web. Intercettato il profilo Facebook del 49enne, gli investigatori hanno ricostruito tutto il percorso del cittadino albanese.


L’attività d’indagine, coordinata dal Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha preso avvio nel 2018 a seguito di una segnalazione del comparto intelligence e consentì di ricostruire il percorso di radicalizzazione intrapreso dall’arrestato che, nel corso degli anni, avrebbe maturato una profonda adesione alle ideologie estremiste islamiche, denotando un cambiamento radicale nel modo di vivere.


Le attività tecniche avrebbero fatto emergere, fra le altre cose, come l’albanese avesse maturato una profonda avversione per le leggi italiane e lo stile di vita occidentale e che sarebbe stato impegnato a diffondere nel web numerosi contenuti di propaganda jihadista, tra cui foto che lo ritraevano con il vessillo dell’ISIS, e avrebbe intrattenuto nel contempo rapporti con elementi di rilievo del terrorismo internazionale già emersi in indagini di settore condotte all’estero.


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